Il proibizionismo ha fallito! Lo ripetiamo da troppo tempo ma finalmente non siamo più soli. La scienza, l'OMS, l'ONU, la Cassazione e il Dipartimento Antimafia concordano con noi: urge regolamentare la Cannabis!
Purtroppo però la politica italiana continua ad ignorare l’argomento, continua ad ignorare milioni di cittadini e migliaia di pazienti che ogni giorno non hanno accesso alla propria terapia.
#PIANTIAMOLA con tutto questo! Facciamo in modo che diventi impossibile ignorarci! Facciamo nascere piante di Cannabis in posti visibili di tutta Italia così si ricominci a parlare di questa pianta. Dimostriamo di essere tanti ed ovunque!
Come prima iniziativa fisica abbiamo deciso di piantare e far nascere piante di Cannabis in luoghi visibili in tutta Italia, così da dimostrare quanto questa pianta sia diffusa sul territorio nazionale. I semi sono legali e ordinabili pagando solo le spese di spedizione. Vuoi aiutarci?
Ordina i semiCON L’INQUINAMENTO, SALVIAMO IL PIANETA 🏭🌍
La pianta della Cannabis ha svariati utilizzi e può sostituire in alcuni casi anche il petrolio. Può essere usata per ottenere alternative ecologiche a carta, combustibili, vestiti, materiali edili, bioplastiche e molto altro.
Questa pianta può crescere in diverse condizioni e luoghi del pianeta, non ha bisogno di pesticidi, erbicidi ed altri agenti chimici inquinanti. A differenza di altre colture come quelle del cotone o degli alberi da carta ha bisogno di pochissima acqua e molto meno suolo. Possiamo quindi ottenere dei prodotti di uso comune utilizzando solo materiale vegetale, senza l’uso di additivi chimici e impattando molto meno sull’ambiente al livello di consumo di risorse idriche e sfruttamento del suolo. Tutto questo mentre andiamo a purificare sia l’aria che il terreno. A parità di ettari coltivati infatti la canapa assorbe mediamente 4 volte CO2 rispetto agli alberi ed è tra le piante più indicate per la bonifica dei terreni in quanto è capace di assorbire metalli pesanti come arsenico, rame, pesticidi vari, etc.
DI NEGARE LA TERAPIA AI PAZIENTI 🏥💊
Secondo il dottor Giampaolo Grassi sono oltre 20 milioni i potenziali pazienti italiani curabili con la cannabis. Questo dato è stato ottenuto incrociando i dati del ministero della Salute, delle associazioni di pazienti e delle nuove pubblicazioni scientifiche sulla cannabis, considerando solo le principali patologie per la quale viene dispensata e non tutte quelle per cui questa pianta potrebbe essere utile, dunque la cifra è anche al ribasso. Diciamo potenziali perché purtroppo, nonostante permesso dalla legge, curarsi con la cannabis risulta molto difficile in Italia. Qualsiasi medico potrebbe prescrivere questa terapia ma sono in tanti a rifiutarsi poiché non informati correttamente. Nel caso invece si riuscisse ad ottenere la prescrizione sarebbe comunque molto difficile riuscire a trovare una farmacia che ne sia fornita e anche se la si trovasse sarebbe difficile ottenere una continuità per la propria cura poiché la cannabis prodotta dallo Stato e quella importata dall’estero riesce a soddisfare il bisogno di poche centinaia di pazienti, drasticamente meno dei 20 milioni che potrebbero usarla come cura, obbligando i restanti a delinquere per autoprodursi la propria terapia o a finanziare il mercato illegale dove però non esistono controlli sanitari e qualitativi sui prodotti acquistati.
Scopri come prendere parte e aiutarci nella diffusione di questa iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema Cannabis.
DI ARRICCHIRE LE MAFIE, FERMIAMO LA CRIMINALITÀ 🚫
Al momento, nonostante la cannabis sia illegale e per decine di anni il suo consumo sia stato criminalizzato, ci sono milioni di consumatori e un giro di affari da miliardi di euro. Il proibizionismo non ha raggiunto il suo scopo, è evidente che non è possibile impedire ai cittadini di consumare questa pianta quindi più che discutere se è giusto o meno consentire di farlo, visto che viene fatto in ogni caso, la domanda da farsi ora è a chi lasciare il controllo di questo settore, ricordando che al momento le organizzazioni criminali ne hanno il monopolio. Non a caso sono anni che il dipartimento antimafia sostiene che l’unico modo per sferrare un duro colpo alle mafie è quello di regolamentare il settore della cannabis.
Basti pensare che, secondo le conclusioni di un nuovo studio scientifico, pubblicato online a settembre sul Journal of Health Economics, la legalizzazione della “cannnabis light” ha portato ad una riduzione del 10% circa di sequestri di cannnabis e hashish illegali, con una stima di circa 200 milioni sottratti dai ricavi delle narcomafie ogni anno. Nonostante il prodotto sia differente, diversi consumatori hanno preferito rivolgersi ad un mercato legale invece del solito mercato nero. Inoltre secondo i dati che arrivano dagli Stati che hanno già scelto di regolamentare questo settore, oltre penalizzare le mafie, la legalizzazione ha ridotto la criminalità in generale, i reati per violenza sessuale sono diminuiti del 15-30%, i reati contro la proprietà del 10-20% e i furti del 13-22%. Proibire la cannabis significa avvantaggiare la criminalità, legalizzare invece significa contrastarla.
DI AFFOLLARE CARCERI E TRIBUNALI 👮🏻♂️
Le carceri sovraffollate in Italia sono un problema cronico e con l’arrivo della pandemia di Covid-19 la situazione è degenerata ancor di più. Mettere in pratica le regole del distanziamento sociale in una condizione di sovraffollamento è praticamente impossibile. Carceri intasate non sono sinonimo di una giustizia che funziona: tutto al contrario. Una delle cause principali di questo sovraffollamento è il Testo Unico sugli stupefacenti 309 del 1990. Secondo i dati ufficiali infatti un detenuto su tre è in carcere per reati legati alla droga e la maggior parte di questi condannati è collegato a reati inerenti alla cannabis.
Riguardano questa pianta il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei sequestri e il 48% di tutte le denunce alle autorità giudiziarie. Nonostante ormai sia confermato che la cannabis sia tra le sostanze stupefacenti meno pericolosa, di gran lunga anche meno dell’alcool, resta paradossalmente, la più perseguita e questo non fa altro che sprecare tempo e risorse alle forze dell’ordine e al sistema giudiziario.
DI NASCONDERCI, SIAMO PIU DI QUANTI CREDETE 👥
La cannabis, anche se vietata, rappresenta una delle sostanze più utilizzate dagli Italiani. Secondo l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossico dipendenze (EMCCDA), gli italiani che nel 2017 hanno dichiarato di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita rappresentano il 32,7 % della popolazione, quindi ben 1 italiano su 3.
I consumatori abituali di cannabis invece, secondo l’Istat sarebbero oltre 6 milioni e il numero è in costante aumento, anno dopo anno. I consumatori di cannabis sono quindi ovunque e tantissimi, è molto probabile che ogni giorno ci rapportiamo con alcuni di loro senza saperlo perché, per via delle attuali leggi repressive, questi normali cittadini sono costretti ad agire nell’ombra per evitare giudizi infondati o peggio ripercussioni legali e limitazioni dei propri diritti. Il solo possedere o consumare cannabis per fini personali può infatti portare alla sospensione della patente, del porto d’armi e addirittura del diritto di espatrio. L’opinione pubblica ha un’idea sbagliata e stereotipata dei consumatori, sono spesso infatti rappresentati come pigri, svogliati e in generale come un peso per la società quando, vista i grandi numeri, questi consumatori appartengono ad ogni ceto sociale, età, genere e provenienza. Tra i consumatori di cannabis ci sono anche numerosi medici, avvocati, insegnanti e anche forze dell’ordine ma finché continueremo a nasconderci l’opinione pubblica resterà distorta e negativa.
CON LA DISOCCUPAZIONE, CREIAMO NUOVI POSTI DI LAVORO 💰
Gli Stati Uniti, nonostante siano stati i primi promotori del proibizionismo nel mondo, stanno legalizzando la cannabis per scopri ricreativi uno stato dopo l’altro. I benefici di questo nuovo approccio sono diventati subito palesi, a partire dai nuovi posti di lavoro creati e dalle nuove entrate per gli Stati dovuti alla tassazione di questo nuovo mercato legale.
In 4 anni sono stati creati oltre 320 mila posti di lavoro fissi, con un tasso di crescita del 161%, superando così qualsiasi pronostico e ipotesi fatta in precedenza. Nel solo 2017 il mercato della cannabis legale, nei soli Stati federali che hanno legalizzato, ha portato 4,7 miliardi di dollari e si stima che nei prossimi anni arriveranno a circa 20-30 miliardi l’anno! E se anche l’Italia regolamentasse questo settore, adesso in mano alla criminalità? Secondo una ricerca dell’università di Messina, la legalizzazione delle cannabis, genererebbe oltre 30 mila nuovi posti di lavoro e nuove entrate fiscali dai 6 agli 8 miliardi di euro, senza contare i centinaia di milioni che si risparmierebbero nella repressione della criminalità. Cifre da capogiro, sopratutto in un periodo di crisi finanziaria come quello attuale.
CON LE FAKE NEWS, LA SCIENZA CI DA RAGIONE 👩🔬🔬
C’è chi sostiene che non si sappia ancora molto sulla Cannabis ma sono sempre di più gli studi scientifici che esaminano questa pianta ed i suoi effetti. Solo nel 2020 sono stati pubblicati oltre 3.500 studi scientifici e dal 2010 ad oggi sono state oltre 23.000 le pubblicazioni.
Una decisiva conferma del fallimento del proibizionismo è arrivata proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A gennaio del 2019, il Direttore Generale dell’OMS, ha inviato una lettera al Segretario Generale dell’ONU richiedendo un'immediata “Revisione e abrogazione delle leggi punitive che hanno dimostrato di avere negativi risultati sulla salute e che anzi hanno danneggiato con evidenza la salute pubblica”, tra cui “le leggi sull’uso di droghe e la detenzione di stupefacenti per uso personale”. Nello specifico è stato invitato a modificare l’inquadramento della Cannabis nella Convenzione Unica, cancellandola dalla tabella degli stupefacenti e delle sostanze controllate riconoscendone il valore terapeutico. La risposta dell’ONU si è fatta attendere ma alla fine del 2020, le Nazioni Unite hanno ritirato la cannabis dalla Tabella IV degli stupefacenti della Convenzione Unica, lasciandola però nella tabella I, quindi tra le sostanze controllate. Una vittoria storica della scienza sulla politica.
DI PERSEGUIRE CHI LA COLTIVA, È SOLO UN FIORE. 🌱
Il settore primario in italia è in continuo calo da diversi anni e durante la pandemia Covid-19 ha subito una decrescita ancora più significante. Nel 2020 il settore agricolo ha fatto segnare un PIL di 36,4 miliardi di euro (dai 38,9 miliardi reali del 2019), con una variazione percentuale del -6,3%. La quota percentuale sul PIL totale è del 2,2% (dal 2,1% del 2019).
Il reddito agricolo nell'Unione Europea è diminuito in media dell'1,5%, ma in Italia il calo è più che triplicato, toccando il 4,9%. Dati preoccupanti si, ma non tutti i settori agricoli sono andati in perdita. Solo nel 2020 il business della cannabis light è raddoppiato, al momento conta oltre 10 mila lavoratori, 200 milioni di fatturato e oltre 1500 aziende agricole e secondo l’economista Davide Fortin, i numeri potrebbero crescere ancora, creando oltre 30 mila posti di lavoro e raddobbiate il fatturato. Secondo la Coldiretti invece i terreni coltivati a cannabis sono aumentati di dieci volte, siamo passati dai 400 ettari del 2013 ai circa 4mila del 2018. La nascita di negozietti di canapa in tutta Italia sta contrastando il business illegale, sta educando le persone ad avere meno pregiudizio nei confronti di questa pianta, sta riportando i giovani nel settore primario dunnque risollevando l’economia di un settore duramente segnato dalla crisi. Purtroppo però anche se legale, questo settore non è ancora regolamentato: sia i coltivatori che i venditori sono spesso soggetti a sequestri e fermi amministrativi preventivi, che portano molto spesso al fallimento di queste aziende nonostante non commettano nessun illecito.
CON L’INQUINAMENTO, SALVIAMO IL PIANETA 🏭🌍
La pianta della Cannabis ha svariati utilizzi e può sostituire in alcuni casi anche il petrolio. Può essere usata per ottenere alternative ecologiche a carta, combustibili, vestiti, materiali edili, bioplastiche e molto altro.
Questa pianta può crescere in diverse condizioni e luoghi del pianeta, non ha bisogno di pesticidi, erbicidi ed altri agenti chimici inquinanti. A differenza di altre colture come quelle del cotone o degli alberi da carta ha bisogno di pochissima acqua e molto meno suolo. Possiamo quindi ottenere dei prodotti di uso comune utilizzando solo materiale vegetale, senza l’uso di additivi chimici e impattando molto meno sull’ambiente al livello di consumo di risorse idriche e sfruttamento del suolo. Tutto questo mentre andiamo a purificare sia l’aria che il terreno. A parità di ettari coltivati infatti la canapa assorbe mediamente 4 volte CO2 rispetto agli alberi ed è tra le piante più indicate per la bonifica dei terreni in quanto è capace di assorbire metalli pesanti come arsenico, rame, pesticidi vari, etc.
DI NEGARE LA TERAPIA AI PAZIENTI 🏥💊
Secondo il dottor Giampaolo Grassi sono oltre 20 milioni i potenziali pazienti italiani curabili con la cannabis. Questo dato è stato ottenuto incrociando i dati del ministero della Salute, delle associazioni di pazienti e delle nuove pubblicazioni scientifiche sulla cannabis, considerando solo le principali patologie per la quale viene dispensata e non tutte quelle per cui questa pianta potrebbe essere utile, dunque la cifra è anche al ribasso. Diciamo potenziali perché purtroppo, nonostante permesso dalla legge, curarsi con la cannabis risulta molto difficile in Italia. Qualsiasi medico potrebbe prescrivere questa terapia ma sono in tanti a rifiutarsi poiché non informati correttamente. Nel caso invece si riuscisse ad ottenere la prescrizione sarebbe comunque molto difficile riuscire a trovare una farmacia che ne sia fornita e anche se la si trovasse sarebbe difficile ottenere una continuità per la propria cura poiché la cannabis prodotta dallo Stato e quella importata dall’estero riesce a soddisfare il bisogno di poche centinaia di pazienti, drasticamente meno dei 20 milioni che potrebbero usarla come cura, obbligando i restanti a delinquere per autoprodursi la propria terapia o a finanziare il mercato illegale dove però non esistono controlli sanitari e qualitativi sui prodotti acquistati.
Scopri come prendere parte e aiutarci nella diffusione di questa iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema Cannabis.
DI ARRICCHIRE LE MAFIE, FERMIAMO LA CRIMINALITÀ 🚫
Al momento, nonostante la cannabis sia illegale e per decine di anni il suo consumo sia stato criminalizzato, ci sono milioni di consumatori e un giro di affari da miliardi di euro. Il proibizionismo non ha raggiunto il suo scopo, è evidente che non è possibile impedire ai cittadini di consumare questa pianta quindi più che discutere se è giusto o meno consentire di farlo, visto che viene fatto in ogni caso, la domanda da farsi ora è a chi lasciare il controllo di questo settore, ricordando che al momento le organizzazioni criminali ne hanno il monopolio. Non a caso sono anni che il dipartimento antimafia sostiene che l’unico modo per sferrare un duro colpo alle mafie è quello di regolamentare il settore della cannabis.
Basti pensare che, secondo le conclusioni di un nuovo studio scientifico, pubblicato online a settembre sul Journal of Health Economics, la legalizzazione della “cannnabis light” ha portato ad una riduzione del 10% circa di sequestri di cannnabis e hashish illegali, con una stima di circa 200 milioni sottratti dai ricavi delle narcomafie ogni anno. Nonostante il prodotto sia differente, diversi consumatori hanno preferito rivolgersi ad un mercato legale invece del solito mercato nero. Inoltre secondo i dati che arrivano dagli Stati che hanno già scelto di regolamentare questo settore, oltre penalizzare le mafie, la legalizzazione ha ridotto la criminalità in generale, i reati per violenza sessuale sono diminuiti del 15-30%, i reati contro la proprietà del 10-20% e i furti del 13-22%. Proibire la cannabis significa avvantaggiare la criminalità, legalizzare invece significa contrastarla.
DI AFFOLLARE CARCERI E TRIBUNALI 👮🏻♂️
Le carceri sovraffollate in Italia sono un problema cronico e con l’arrivo della pandemia di Covid-19 la situazione è degenerata ancor di più. Mettere in pratica le regole del distanziamento sociale in una condizione di sovraffollamento è praticamente impossibile. Carceri intasate non sono sinonimo di una giustizia che funziona: tutto al contrario. Una delle cause principali di questo sovraffollamento è il Testo Unico sugli stupefacenti 309 del 1990. Secondo i dati ufficiali infatti un detenuto su tre è in carcere per reati legati alla droga e la maggior parte di questi condannati è collegato a reati inerenti alla cannabis.
Riguardano questa pianta il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei sequestri e il 48% di tutte le denunce alle autorità giudiziarie. Nonostante ormai sia confermato che la cannabis sia tra le sostanze stupefacenti meno pericolosa, di gran lunga anche meno dell’alcool, resta paradossalmente, la più perseguita e questo non fa altro che sprecare tempo e risorse alle forze dell’ordine e al sistema giudiziario.
DI NASCONDERCI, SIAMO PIU DI QUANTI CREDETE 👥
La cannabis, anche se vietata, rappresenta una delle sostanze più utilizzate dagli Italiani. Secondo l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossico dipendenze (EMCCDA), gli italiani che nel 2017 hanno dichiarato di aver fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita rappresentano il 32,7 % della popolazione, quindi ben 1 italiano su 3.
I consumatori abituali di cannabis invece, secondo l’Istat sarebbero oltre 6 milioni e il numero è in costante aumento, anno dopo anno. I consumatori di cannabis sono quindi ovunque e tantissimi, è molto probabile che ogni giorno ci rapportiamo con alcuni di loro senza saperlo perché, per via delle attuali leggi repressive, questi normali cittadini sono costretti ad agire nell’ombra per evitare giudizi infondati o peggio ripercussioni legali e limitazioni dei propri diritti. Il solo possedere o consumare cannabis per fini personali può infatti portare alla sospensione della patente, del porto d’armi e addirittura del diritto di espatrio. L’opinione pubblica ha un’idea sbagliata e stereotipata dei consumatori, sono spesso infatti rappresentati come pigri, svogliati e in generale come un peso per la società quando, vista i grandi numeri, questi consumatori appartengono ad ogni ceto sociale, età, genere e provenienza. Tra i consumatori di cannabis ci sono anche numerosi medici, avvocati, insegnanti e anche forze dell’ordine ma finché continueremo a nasconderci l’opinione pubblica resterà distorta e negativa.
CON LA DISOCCUPAZIONE, CREIAMO NUOVI POSTI DI LAVORO 💰
Gli Stati Uniti, nonostante siano stati i primi promotori del proibizionismo nel mondo, stanno legalizzando la cannabis per scopri ricreativi uno stato dopo l’altro. I benefici di questo nuovo approccio sono diventati subito palesi, a partire dai nuovi posti di lavoro creati e dalle nuove entrate per gli Stati dovuti alla tassazione di questo nuovo mercato legale.
In 4 anni sono stati creati oltre 320 mila posti di lavoro fissi, con un tasso di crescita del 161%, superando così qualsiasi pronostico e ipotesi fatta in precedenza. Nel solo 2017 il mercato della cannabis legale, nei soli Stati federali che hanno legalizzato, ha portato 4,7 miliardi di dollari e si stima che nei prossimi anni arriveranno a circa 20-30 miliardi l’anno! E se anche l’Italia regolamentasse questo settore, adesso in mano alla criminalità? Secondo una ricerca dell’università di Messina, la legalizzazione delle cannabis, genererebbe oltre 30 mila nuovi posti di lavoro e nuove entrate fiscali dai 6 agli 8 miliardi di euro, senza contare i centinaia di milioni che si risparmierebbero nella repressione della criminalità. Cifre da capogiro, sopratutto in un periodo di crisi finanziaria come quello attuale.
CON LE FAKE NEWS, LA SCIENZA CI DA RAGIONE 👩🔬🔬
C’è chi sostiene che non si sappia ancora molto sulla Cannabis ma sono sempre di più gli studi scientifici che esaminano questa pianta ed i suoi effetti. Solo nel 2020 sono stati pubblicati oltre 3.500 studi scientifici e dal 2010 ad oggi sono state oltre 23.000 le pubblicazioni.
Una decisiva conferma del fallimento del proibizionismo è arrivata proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. A gennaio del 2019, il Direttore Generale dell’OMS, ha inviato una lettera al Segretario Generale dell’ONU richiedendo un'immediata “Revisione e abrogazione delle leggi punitive che hanno dimostrato di avere negativi risultati sulla salute e che anzi hanno danneggiato con evidenza la salute pubblica”, tra cui “le leggi sull’uso di droghe e la detenzione di stupefacenti per uso personale”. Nello specifico è stato invitato a modificare l’inquadramento della Cannabis nella Convenzione Unica, cancellandola dalla tabella degli stupefacenti e delle sostanze controllate riconoscendone il valore terapeutico. La risposta dell’ONU si è fatta attendere ma alla fine del 2020, le Nazioni Unite hanno ritirato la cannabis dalla Tabella IV degli stupefacenti della Convenzione Unica, lasciandola però nella tabella I, quindi tra le sostanze controllate. Una vittoria storica della scienza sulla politica.
DI PERSEGUIRE CHI LA COLTIVA, È SOLO UN FIORE. 🌱
Il settore primario in italia è in continuo calo da diversi anni e durante la pandemia Covid-19 ha subito una decrescita ancora più significante. Nel 2020 il settore agricolo ha fatto segnare un PIL di 36,4 miliardi di euro (dai 38,9 miliardi reali del 2019), con una variazione percentuale del -6,3%. La quota percentuale sul PIL totale è del 2,2% (dal 2,1% del 2019).
Il reddito agricolo nell'Unione Europea è diminuito in media dell'1,5%, ma in Italia il calo è più che triplicato, toccando il 4,9%. Dati preoccupanti si, ma non tutti i settori agricoli sono andati in perdita. Solo nel 2020 il business della cannabis light è raddoppiato, al momento conta oltre 10 mila lavoratori, 200 milioni di fatturato e oltre 1500 aziende agricole e secondo l’economista Davide Fortin, i numeri potrebbero crescere ancora, creando oltre 30 mila posti di lavoro e raddobbiate il fatturato. Secondo la Coldiretti invece i terreni coltivati a cannabis sono aumentati di dieci volte, siamo passati dai 400 ettari del 2013 ai circa 4mila del 2018. La nascita di negozietti di canapa in tutta Italia sta contrastando il business illegale, sta educando le persone ad avere meno pregiudizio nei confronti di questa pianta, sta riportando i giovani nel settore primario dunnque risollevando l’economia di un settore duramente segnato dalla crisi. Purtroppo però anche se legale, questo settore non è ancora regolamentato: sia i coltivatori che i venditori sono spesso soggetti a sequestri e fermi amministrativi preventivi, che portano molto spesso al fallimento di queste aziende nonostante non commettano nessun illecito.
CON L’INQUINAMENTO, SALVIAMO IL PIANETA 🏭🌍
La pianta della Cannabis ha svariati utilizzi e può sostituire in alcuni casi anche il petrolio. Può essere usata per ottenere alternative ecologiche a carta, combustibili, vestiti, materiali edili, bioplastiche e molto altro.
Questa pianta può crescere in diverse condizioni e luoghi del pianeta, non ha bisogno di pesticidi, erbicidi ed altri agenti chimici inquinanti. A differenza di altre colture come quelle del cotone o degli alberi da carta ha bisogno di pochissima acqua e molto meno suolo. Possiamo quindi ottenere dei prodotti di uso comune utilizzando solo materiale vegetale, senza l’uso di additivi chimici e impattando molto meno sull’ambiente al livello di consumo di risorse idriche e sfruttamento del suolo. Tutto questo mentre andiamo a purificare sia l’aria che il terreno. A parità di ettari coltivati infatti la canapa assorbe mediamente 4 volte CO2 rispetto agli alberi ed è tra le piante più indicate per la bonifica dei terreni in quanto è capace di assorbire metalli pesanti come arsenico, rame, pesticidi vari, etc.
Totale semi distribuiti
Grazie al vostro aiuto, nel 2021, siamo riusciti a distribuire oltre 1.000.000 di semi in tutta Italia! Quest'anno vogliamo rifarlo, i semi sono gratis, ti chiediamo di pagare solo le spese di spedizione. Ci aiuterai?
Ordina i semiChiediamo che il consumo e l’autoproduzione di cannabis smetta di essere perseguito e anzi venga regolamentato. Negli anni si sono susseguite più proposte di legge, depositate in parlamento ma mai discusse, da nessun governo. Al momento la proposta più completa, che rispecchia a pieno le nostre richieste, è quella del Manifesto Collettivo (DDL n°1498). Vuoi conoscere i punti principali di questo Manifesto? Clicca qui sotto per scoprirli. Se li condividi sottoscrivi anche tu la proposta e diffondila a tua volta.
Leggi il Manifesto